Classi efficienza energetica di casa: quali sono e come calcolare

Nei paesi europei, la dispersione di energia è pari al 40% e riguarda sia il settore residenziale che terziario. L’abbassamento dei livelli di emissioni nocive, infatti, è diventata una priorità per migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Nel 2005 il decreto numero 192 ha stabilito che ogni edificio è obbligato ad esibire un attestato che fa riferimento alle classi energetiche.

Le classi di efficienza energetica di una casa sono diverse e questo dipende dalle disposizioni locali. In alcune regioni italiane, come per esempio in Lombardia, esistono 8 classi energetiche stabilite in base al fabbisogno di energia primaria necessario per il riscaldamento di ogni metro quadro di superficie. Da regione a regione tali disposizioni cambiano e il fabbisogno corrisponde ad un intero anno solare.

Gli elementi che contribuiscono a definire il fabbisogno energetico sono:

  1. il tipo di impianto di riscaldamento impiegato
  2. i materiali di costruzione utilizzati
  3. gli isolanti
  4. le caratteristiche delle pareti e dei serramenti che determinano la formazione dell’involucro dell’edificio.

Vediamo come si definiscono le classi di efficienza energetica di una casa. Alcuni indicatori sono impiegati per definirle. Quello più comune è il cosiddetto E01, ossia, l’indicatore ottenuto attraverso la media aritmetica del totale di tutti i punteggi ottenuti tenendo conto delle certificazioni effettuate. Il dato che ne consegue determina la standardizzazione delle classi energetiche. Il punteggio va da un minimo di 1 ad un massimo di 10. L’assegnazione di questi parametri permette di definire la classe energetica più performante, ovvero, la classe A+ alla quale corrisponde un punteggio di 10 punti. Ad essa susseguono le classi A, B, C, D, E, F e G. L’ultima, infine, equivale a zero. Un parco edilizio, per esempio, ha un valore compreso tra le classi D ed E.

Gli edifici con un fabbisogno di energia primaria molto elevato rientrano nella classe G, ossia, hanno un punteggio pari a zero. Il consumo elevato e quindi il basso risparmio energetico declassano gli edifici che rientrano in questa categoria. Se una struttura ha un consumo energetico di 350 KWh per un metro quadro di superficie, la sua classe di efficienza sarà G.

Gli edifici del nostro paese devono essere sottoposti a normative più omogenee relative alle azioni di progettazione, di costruzione e di certificazione. Il piano europeo prevede tale obiettivo per raggiungere al più presto un miglioramento. Siamo ancora lontani dai risultati presenti negli altri paesi europei, dove già esistono regole omogenee e sistemi energetici efficienti.

Una prima soluzione è quella che riguarda una metratura limite, la quale deve essere rispettata con rigore e, se questo non avvenisse, si passerebbe a rendere necessariamente obbligatori i criteri relativi alle classi A o B.

Un’altra soluzione che ha già portato i suoi risultati positivi è l’adozione di incentivi. Per tutti coloro che effettuano la ristrutturazione del proprio immobile o di un edificio in genere, con lo scopo di passare ad una classe energetica più virtuosa, lo Stato eroga dei premi.

I principi di classe di efficienza energetica devono essere rispettati da tutti affinché non si verifichi la dispersione del calore. Questo è un problema che in Italia è assai diffuso e riguarda numerose strutture che sono state costruite senza tener conto delle regole e del buon senso. Una soluzione assai efficace per eliminare la dispersione è l’impiego di infissi di nuova generazione che portano un notevole risparmio energetico.

Quando si pensa ad una classe energetica, ci viene subito in mente l’adesivo presente negli elettrodomestici. Essa, in realtà, indica il consumo energetico di una casa e in un periodo che comprende un anno solare. Le statistiche hanno confermato che la maggior parte degli immobili in Italia appartengono alle classi G o, addirittura, a classi inferiori.

Il comportamento dei cittadini e la costruzione degli edifici condizionano il risparmio energetico. La classe A è quella che dovrebbe caratterizzare ogni tipologia di casa, in realtà siamo ancora distanti da questo obiettivo comune. Dopo aver compilato il modello del Censimento, finalmente siamo in grado di conoscere la classe energetica della nostra casa e i relativi consumi.

Esiste una tabella a livello nazionale che definisce le classi di efficienza energetica. La classe G è pari a 162,5 Kwh/mq anno contro i 16,25 Kwh/mq anno della classe A. Nella fascia intermedia abbiamo le classi C, D, e E con valori compresi tra i 48,75 e 65 Kwh/mq anno fino ai valori compresi tra gli 81,25 e 113,75 Kwh/mq anno. Questo quadro offre un’idea della notevole differenza che esiste, se si arriva al vertice. Un immobile con un sistema di riscaldamento poco efficiente può costare più di un immobile dove il risparmio energetico è notevole. Il valore è misurato in base ai consumi.

fabbisogno energetico casa

Nel 2016 l’Unione Europea ha definito le classi di efficienza energetica che vanno da un’efficienza massima d un’efficienza minima. Per gli edifici aventi caratteristiche di efficienza che superano quelle di riferimento, si è provveduto ad aggiungere i nuovi indicatori che sono A + , A + + e A + + +. Spesso, inoltre, è possibile trovare accanto alla classe energetica A +++ -30 % per indicare un consumo energetico che è inferiore a quasi un terzo di energia in meno rispetto alla semplice classe energetica A +++.

Il calcolo UE riguarda tutte le tipologie di elettrodomestici e, in base al consumo rilevato, sono collocate in una tabella di riferimento. Il marchio Ecolabel EU, per esempio, comprende tutti prodotti che hanno un basso consumo sia di acqua che di corrente.

Non tutti si soffermano a capire la classe energetica di un edificio, eppure conoscere le diverse classi significa non commettere degli errori e interpretare in modo corretto il consumo annuo.

L’Attestato di Certificazione Energetica, infatti, è un documento obbligatorio che tutti devono possedere. Attraverso questo certificato è molto semplice riconoscere le classi energetiche e confrontare il proprio immobile con quello degli altri. La quantità di energia termica impiegata sia nei mesi estivi che invernali è l’indice più importante e corrisponde ad un chilowattora per metro quadrato e anno. Un appartamento di 100 metri quadri, per esempio, necessita di 3.000 kWh solo nella stagione invernale per essere riscaldato. Se il consumo non supera questa quota, vuol dire che il sistema di riscaldamento è efficiente. Esistono delle soluzioni green che apportano grandi risparmi e abbassano le cifre di consumo. Quanto più bassi sono i consumi, tanto più alta è la classe di efficienza energetica.

La progettazione e la costruzione di un edificio contribuisce a definire una classe. Esistono, inoltre, degli accorgimenti che riducono al minimo il fabbisogno energetico. Le energie rinnovabili sono soluzioni di risparmio e di rispetto dell’ambiente. Le azioni intelligenti, infatti, portano a ridurre i costi ed ottimizzano gli edifici.

Le varie classi di efficienza energetica sono in tutto 7, anche se qualche paese ne aggiunto una in più e sono calcolate in base a dei parametri ben precisi. Ad esse corrispondono le tipologie di case private e di edifici progettati e costruiti attraverso il rispetto delle regole europee e il rilascio della certificazione energetica. Il calcolo dei consumi annui è importante per capire le caratteristiche di un immobile, per rilevare il suo valore e per apportare delle migliorie. La classe A è considerata la migliore ed è quella che, a lungo termine, garantisce dei consumi notevolmente bassi.

Gli esperti del settore conoscono le regole utili per effettuare un calcolo perfetto e classificare le diverse classi di efficienza energetica relative a nuove abitazioni costruite in Italia con sistemi innovativi sempre più efficienti.